La parrocchia dei Santi Valentino e Damiano vanta origini antichissime. Già l’abbazia di San Clemente a Casauria ebbe, tra i secoli X e XII, giurisdizione su gran parte del territorio del paese e del circondario.
In un documento del ‘Chronicon casaurinse’ databile 1113 si fa chiara menzione di un territorio denominato San Valentino, nome che intendeva rendere omaggio al corpo di San Valentino vescovo e martire dopo il suo rinvenimento, insieme al corpo del diacono San Damiano nella zona di Zappino.
Nello stesso territorio vi era anche, come riportato nella lettera di Niccolò II del 2 maggio 1059 ad Attone, vescovo di Chieti, riguardante gli antichi confini della diocesi Teatina, il ‘Castellum quoque de Petra’. Molto probabilmente Castel di pietra e il territorio detto di San Valentino vennero a congiungersi e la denominazione che prevalse fu quella di San Valentino.
Se si analizzano con attenzione i dati presenti in un Inventario di epoca medievale, è da ritenere che a San Valentino doveva esserci una chiesa avente un gran numero di beni, sei suoi chierici pagavano annualmente alla mensa vescovile la cospicua somma di ‘XII tarenos’.
Nelle Rationes del 1324-1325, troviamo per la prima volta la menzione della chiesa dedicata a San Valentino. La stessa, nella visita pastorale del 1575, è detta ‘arcipretale matrice di Santa Maria delle Taverne’ col titolo di San Valentino avente come arciprete un tale don Valentino di circa 78 anni coadiuvato da due cappellani.
Attualmente, nella Chiesa, restaurata tra il 1777-1791, si conservano pochi resti mortali dei santi martiri Valentino e Damiano. La sua facciata a due torri fu aggiunta tra il 1920-1931 su disegno dell’architetto Antonio liberi di Pescara e realizzata interamente da maestranze locali.